Comunicare la Scienza | Uniba 2024 | I racconti

I partecipanti alla lezione Raccontare l’esperienza dei sensi che Silvana Kühtz ha tenuto nell’ambito del ciclo Comunicare la scienza (Università degli Studi di Bari, Dipartimento di Fisica), coordinato da Sandra Lucente e Maurizio Dabbicco, hanno poi raccontato in 300 caratteri (o giù di lì) le esperienze fatte.

Comunicare la Scienza è più di un semplice corso. È un viaggio alla scoperta dell’arte di trasmettere conoscenze scientifiche in modo efficace e coinvolgente. La comunicazione della scienza è trattata in maniera transdisciplinare.

Ecco alcune delle loro brevi e pure emozionate, emozionanti descrizioni:

Descrivere la figata fatta a lezione in pochi caratteri. Quante volte invidiamo le sensazioni di ignoto, scoprta e curiosità provate da piccoli? Quanto era bello entrare in cunicoli vecchi e abbandonati, non sapendo dove saremmo sbucati? Da oggi possiamo riviverlo: ci bastano una mano amica e una benda, il nostro corpo e le nostre sensazioni penseranno al resto. Giuseppe

Il buio, paura e smarrimento, una mano amica mi accompagna come un faro. Grazie al mio amico, lascio andare i limiti della mia mente sulla non vista. Mi porta in bagno, mi lava le mani e poi continuiamo a camminare. Sono tranquillo, sento il mio buddy prendersi la responsabilità della mia vita. Grazie mille per l’esperienza. Mario

Condotto o conduttore? Basta una benda sugli occhi per scoprire il mondo. Un esercizio di fiducia nel prossimo e nei propri sensi per sostituire la vista con il tatto, gli occhi con i piedi, fidandoci solo della voce di chi ti “dà una mano” letteralmente. Il resto è calore, timore, eccitazione, scoperta. Fiorella

La vista è un elemento costante delle nostre vite. Tuttavia, esserne privati ci fa scoprire quante informazioni e sensazioni passino non viste. Quanto sia importante e inaspettato l’aiuto che possiamo ricevere da chi è accanto a noi. Giuseppe

Una benda e una meiosi. I miei piedi si muovevano al comando di una volontà esterna. Essi vedevano le pendenze e gli scalini, la pelle apprezzava il bel sole primaverile e le fresche brezze che si alternavano. Via la benda ed il mio conduttore, la volontà vedente, mi accoglie con il suo sorriso. Vincenzo

Ad occhi chiusi seguo la mia guida? Sì, è persona nota! Le sue mani morbide mi guidano, mi sento leggera. Mi affido, è già accaduto. Il vento sfiora il viso, al variare della luce so che cambio stanza, la mia mano sente un ruvido muro e il freddo metallico di una ringhiera.
A parti invertite lei si fiderà di me? La sua mano rigida piano si scioglie e si lascia andare. Paola

Come amplificare le percezioni dei sensi? Eliminando uno di questi: la vista. Esperienza sfidante, ma divertente. La sfida è immaginare la realtà provando a vederla con gli occhi della mente, affidandosi a chi, tenendoci per mano, guida il nostro corpo in uno spazio ignoto e si prende cura di noi. Magda

Mi sono protesa nel buio verso superfici lisce, poi rugose, prima calde poi fredde, attraverso fratture e unioni. Ho immaginato, al posto di una coppia stranamente inattiva, finalmente in pace. Ho giocato, affidandomi. Francesca


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