Umberto Ugo Kühtz, pugliese si trova ad esserlo per adozione e per destino. Fra i nonni materni di Conegliano Veneto e quelli paterni tedeschi, pareva improbabile che si ritrovasse bimbo a crescere e vivere nel tacco d’Italia. Fu il padre di Umberto, Alfredo, il primo dei Kühtz a venire in Italia. Dopo la prima guerra mondiale, a causa della scarsità di lavoro in Germania, arriva a Padova per studiare e lavorare come agronomo nel vivaio in cui poi conoscerà la moglie.
Umberto, il 29 giugno 1929, a Padova nasce ma subito arriva in Puglia con i genitori che hanno deciso di trasferirsi a Bitonto dove il padre potrà lavorare nella azienda agricola dello zio materno, enologo. Bitontina è l’infanzia e l’adolescenza. Bitontino il primo verso. Risalirà in Veneto brevemente solo in seguito allo sbarco degli americani in Sicilia. Si laurea in Architettura. Sindaco di Bitonto dal 1994 al 1998. Uomo nobile e lontano mille miglia e pure di più dai giochetti stantii della stantia politica diranno di lui ricordando questa parentesi politica.
Duraturo e continuo il legame con la poesia e la pittura. Due approdi dei suoi delicati stati d’animo. Da sempre affascinato dal mondo e dalla natura che lo circondano, rivolge ad esse il suo saluto con i suoi versi. Non li scriverà mai al fine di poter affermare io sono un poeta ma perché essi lo trasportino sempre più in alto verso il cielo e la luce e non consentano alle tenebre di sopraffarlo.
Umberto si è spento improvvisamente la mattina del 10 gennaio 2016 a Bari nella sua casa.
Poesie e disegni dell’autore, architetto vissuto in Puglia che ha sempre scritto e disegnato nel corso della sua vita come incessante battere sul punto di un racconto che abita poeticamente la città che progetta.
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