Il manifesto del demolitore

Il manifesto del demolitore, Spagine editore, 2019.
Formato 12×17 cm, pagg. 80.
€ 10

Silvana Kühtz, barese, ha un cognome che deriva dal nonno tedesco (ed ha anche un nonno salentino). Laureata in ingegneria, ha un phD all’Imperial College e un master in comunicazione integrata. “Eccetera. Cosa costruisce un cv di noi? È un elenco di etichette da demolire o esibire? Ricercatrice confermata all’Università della Basilicata a Matera, al DiCEM, la mia ricerca fonde teatro, scrittura, lettura sensi, attraversamento dei luoghi, dell’invisibile. Insegno una materia che ho inventato e che si chiama Linguaggi Futuro e Possibilità. Conduco laboratori di sensorialità, creatività e lettura. In questo libro c’è la visione del mondo che vorrei”.

Chiara Rizzi è nata e cresciuta in Basilicata; è tornata a viverci dopo un viaggio di formazione personale e professionale durato più di vent’anni. Ricercatrice in composizione architettonica e urbana a Matera, DiCEM – Università della Basilicata. L’architettura è per lei una passione e l’insegnamento e la ricerca vocazioni che vale la pena coltivare solo in forma collettiva. Per questo affianca alla didattica e allo studio una militanza che si traduce in collaborazioni con associazioni e collettivi attivi nella rigenerazione urbana, sociale, culturale.

L’Italia vanta una lunga tradizione normativa in materia di tutela dei beni culturali, il che spiega anche l’eccezionale abbondanza di patrimonio storico e artistico conservatosi nel tempo. La parte più fragile del patrimonio culturale, il territorio, è invece esposto alle pressioni dell’attività edilizia spesso non pianificata, incontrollata e aggressiva. Questa ricerca indaga la possibilità di sviluppare uno strumento multidisciplinare per demolire edifici brutti e sbarazzarsi di ciò che è inospitale, poco attraente, che crea disvalore e costituisce un peso per la società.

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