ricordare senz'anniversario, Cohen, l'inglese e mio padre. di Silvana Kuhtz - Poesia in Azione
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ricordare senz’anniversario, Cohen, l’inglese e mio padre. di Silvana Kuhtz

Ho conosciuto Leonard Cohen a tredici anni quando mio cugino ne aveva ventisei e mi disse che quella sarebbe stata l’unica volta nella nostra vita che avrebbe avuto il doppio dei miei anni. Quella volta mio cugino fu preso da un attacco di qualcosa che a volte prende i ventenni, una sorta di senectute, di saggezza sfrontata, si sentiva grande, forse; avere il doppio degli anni di qualcuno è una bella responsabilità, e così, in vena di insegnamenti, dall’alto del doppio dei miei anni mi disse qualcosa tipo: lo conosci Leonard Cohen?
Io gli risposi con una faccia e lui entrò da Ricordi che a Bari stava nel primo isolato di via Sparano e mi comprò questo disco, THE SONGS OF LEONARD COHEN 1966, un disco già allora molto datato, figurarsi che era uscito ben prima che io nascessi, ma di fatto mio cugino diceva che si trattava di un caposaldo della musica e della cultura ed io non ne sapevo nulla. del resto, che ne capisci di musica tu, avrebbe forse voluto aggiungere mio cugino…shame on me.
A me questo Leonard stampato in seppia sembrava solo un signore di una certa età, messo come nelle foto dei bisnonni e la copertina non mi piaceva, anzi, fosse stato per me, un disco così non lo avrei notato affatto.

Una volta partito mio cugino che abitava nella mitica Roma ed era raro che da ventenne intellettuale mi facesse un regalo, ho messo su questo disco, con una certa soggezione; l’ho messo sul mio giradischi, anche quello provinciale e ignorante come me. No, ora non scriverò che ne sono rimasta folgorata e blablabla.
è stato uno dei dischi da cui ho imparato la pronuncia di alcune parole inglesi. Suzanne l’ho sentita centinaia di volte, e Sisters of mercy altre cento. Qualche tempo dopo mio padre che stava studiando l’inglese tradusse Suzanne in italiano scrivendola su uno dei suoi quaderni con quella sua scrittura inconfondibile, la sua grafia così sua.
Adesso pure Cohen se ne è andato, come mio padre e la sua scrittura inconfondibile e non torneranno. No.
Il che a me sembra sempre un mistero insondabile,

 

dove vanno quando se ne vanno.

 

Your eyes are soft with sorrow
Hey, that’s no way to say goodbye
SilvanaKuhtz

Luciana Urtiga photo

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