Tatto Pelle Emozione Corpo Poesia
Tatto, contatto, sentire, percepire, sfiorare, toccare, ha avuto tatto…a quante altre espressioni possiamo pensare se pensiamo a questo senso? Come sarebbe la nostra vita senza? Non toccare c’è scritto in molti negozi, non toccare dicono alcune mamme ai pupi in visita dalla zia. Mi hai toccato lo diciamo anche per dire che mi hai emozionato, commosso, ispirato. Sentire è un verbo amplissimo, usato tanto per il tatto, che per l’udito, e per le emozioni, gli stati d’animo. Mi sento bene, sento quanto è morbida questa lana, non ti ho sentito…
Conosciamo la materia attraverso il tatto. La seta, il cotone, il lino, la lana hanno rappresentato per secoli i materiali più ambiti anche per la gradevolezza delle sensazioni registrate dal contatto. Anche il contatto con questo foglio, mentre stai leggendo, facilita forse il rapporto fra te e noi che scriviamo. Porre attenzione, o meglio ricominciare a porre attenzione al tocco, alle sensazioni che ci regala il tatto nelle azioni di tutti i giorni, è emozionante. Provaci se ti va.
“Un oggetto chiuso nella teca di un museo deve patire l’innaturale esistenza di un animale in uno zoo”, scrive Bruce Chatwin in Utz del 1988, “In ogni museo l’oggetto muore di soffocamento (…) mentre il possesso privato conferisce al proprietario il diritto e il bisogno di toccare. (…) il collezionista appassionato restituisce all’oggetto il tocco vivificante del suo artefice. In teoria, i musei dovrebbero essere saccheggiati ogni cinquant’anni e le loro collezioni tornare in circolazione.”
Peraltro, la pelle è il primo organo che si sviluppa, il tatto il primo senso ad essere attivo negli esseri umani. Infatti già a sette settimane di gestazione, quando il feto è lungo solo due centimetri, il senso del tatto è già formato.
Le recenti scoperte della neuroscienza ci dicono che qualsiasi cosa vediamo con gli occhi viene immediatamente tradotta dal nostro cervello in qualcosa che possiamo toccare, facendo scattare automaticamente una pianificazione simulata del movimento necessario a toccarla, e sensibilità tattile e visiva si fondono.
Per quanto molti scienziati e tecnologi stiano provando a riprodurre il senso del tatto nei robot e pare che siano già in circolazione alcuni videogiochi muniti di guanti con terminazioni che ci consentono pure di toccare le immagini virtuali dandoci sensazioni tattili reali, io, pur salutando le innovazioni con entusiasmo, condivido la semplicità e se vogliamo l’ovvietà espressa dalla poetessa Patrizia Cavalli:
È tutto così semplice,
sì era così semplice,
è tale l’evidenza
che quasi non ci credo.
A questo serve il corpo:
mi tocchi o non mi tocchi,
mi abbracci o mi allontani.
Il resto è per i pazzi.
(da Pigre divinità e pigra sorte, Einaudi 2006)
Silvana Kuhtz
Già pubblicato nel foglio culturale FRAGILE